L’ente gestore ha emanato lo scorso 10 settembre 2016 una Valutazione di incidenza (VINCA) relativa all’attività di appostamento fisso posta in essere in prossimità del confine della Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino.
Ricordiamo che la Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) è una procedura regolamentata dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat” e dall’art. 5 D.P.R. n. 357/97, che ha lo scopo di accertare la possibile incidenza negativa di determinate opere e interventi sui Siti di Importanza Comunitari (SIC), sulle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e sulle Zone di Protezione Speciale (ZPS).
In base all’art. 6 del nuovo DPR 120/2003, comma 1, “nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei diversi SIC, ZPS e ZCS”: questo per evitare che vengano approvati strumenti di gestione territoriale in conflitto con le esigenze di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario.
La Riserva Naturale Torbiere del Sebino, sito di interesse comunitario nell’ambito della Rete Natura 2000, Z.S.C. (Zona Speciale di Conservazione), Z.P.S. (Zona di Protezione Speciale) per la protezione dell’avifauna e Zona Ramsar di interesse internazionale per la tutela in particolare dell’avifauna migratrice, occupa un’area di 360 ettari. Attorno a tale area sono presenti da oltre 30 anni diversi appostamenti fissi di caccia, sia a lago sia a terra.
Nel 2014 i cacciatori si premurarono di far effettuare, presso uno studio tecnico di loro fiducia, uno studio d’incidenza per le due distinte attività di caccia, alla luce delle richieste dell’Ente Riserva e dell’EU Pilot (procedura di pre-infrazione aperta dalla Comunità Europea verso l’Italia per diversi casi, tra i quali è espressamente citato quello della Riserva delle Torbiere del Sebino, di non applicazione o di incompleta applicazione della Valutazione d’Incidenza). Tale studio d’incidenza venne poi sottoposto alla Riserva, la quale rilasciò Valutazione d’Incidenza (VINCA) positiva, con prescrizioni per entrambi i tipi di appostamento.
Le due Valutazioni d’Incidenza rilasciate nel 2014 sono state riviste nel corso del 2016 poiché, secondo la normativa europea, la Valutazione di Incidenza deve essere una sola, complessiva di tutte le tipologie di disturbo arrecato alle specie protette (dalle diverse attività antropiche, alla presenza di specie esotiche , ecc.), deve tener conto contemporaneamente di entrambi i tipi di appostamenti, sia a terra sia a lago, e deve considerare le direttive Europee recepite con il D.P.R. 357/97 (e non solo tenere conto del rispetto della legge regionale 26/93 inerente l’attività venatoria).
A marzo 2016, a fronte di richiesta specifica della Direzione generale Ambiente della Regione Lombardia, l’Ente Riserva ha pertanto chiesto ai cacciatori di avviare un nuovo studio d’incidenza complessiva, i quali però hanno ritenuto di non dover ulteriormente integrare gli studi del 2014.
L’Ente Riserva ha quindi eseguito una nuova valutazione d’Incidenza, avvalendosi dei nuovi dati a disposizione e della collaborazione del proprio Comitato Tecnico-Scientifico (nello specifico il Gruppo Ricerche Avifauna, G.R.A.). Da tali dati è emerso che la biocenosi della Riserva presenta un’evidente stato di sofferenza, dovuto a molteplici cause, tutt’ora oggetto di analisi. È risultato necessario quindi ridurre il disturbo arrecato dagli spari provenienti dai capanni che provoca dannosi dispendi energetici per gli uccelli e, quindi, un’incidenza negativa sulla probabilità di sopravvivenza alla stagione invernale non solo delle specie cacciabili. Tale incidenza è stata rilevata in particolare nell’area prospicente la zona denominata “Lamette”, cioè quella parte di zona umida che si pone in continuità con il Lago d’Iseo e che molte specie di anatidi svernanti nella riserva utilizzano come area di alimentazione.
A fronte dell’invio del provvedimento di settembre l’Ufficio Territoriale Regionale di Brescia, competente in materia venatoria, ha richiesto all’ente di meglio precisare il provvedimento di settembre, indicando a quale distanza sia possibile il posizionamento degli appostamenti a lago; l’ente gestore ha quindi stabilito, sempre su consiglio del G.R.A., tale distanza in 1000 metri dal confine a lago della Riserva.
La presidente della Riserva Emma Soncini tiene a precisare che “Tutti i provvedimenti assunti dall’ente derivano dall’applicazione della normativa e in particolare del recepimento in Italia delle direttive Europee; l’ente ha quindi sempre operato nella massima indipendenza e imparzialità, con l’unico obiettivo di conseguire la tutela della biodiversità, scopo primario di una Riserva Naturale.”