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Biancospino

Biancospino

Crataegus monogyna

 

Classe: MagnoliopsidaImmagine

Ordine: Rosales

Famiglia: Rosaceae

 

Descrizione: è una fanerofita, ovvero una pianta con fusto legnoso che in base alle condizioni ambientali può presentarsi cespugliosa, con un portamento arbustivo, o arborea, con uno sviluppo verticale maggiore; gli esemplari in Riserva hanno tendenzialmente portamento arboreo.

La corteccia è compatta, grigio – aranciata, i rami giovani sono scuri con spine acute alla base dei rami abbreviati. La chioma è folta, composta da piccole foglie (2 – 4 cm x 2 – 4 cm) che presentano i profondi e caratteristici cinque lobi lanceolati, e margine inferiore più chiaro.

L’infiorescenza, visibile tra aprile e maggio, è un corimbo, simile ad un’ombrella ma con i fiori posti alla stessa altezza mentre i peduncoli si inseriscono ad altezze diverse lungo il ramo: i fiori sul singolo corimbo sono 5 – 10, con piccoli petali tondi (5 – 6 mm) di colore bianco. I frutti sono piccoli pomi, cioè falsi frutti originatisi dall’ingrossamento del ricettacolo del fiore anziché dell’ovario, di colore rosso acceso all’interno dei quali si trova un singolo nocciolo bruno contenente il seme.

 

Ecologia e curiosità: il nome “crataegus”, utilizzato già in antichità per indicare i biancospini, deriva probabilmente da “cratùs” e “àix”, ovvero “forte” e “capra”, probabilmente perché con le proprie spine queste piante terrebbero lontane anche le capre, mentre l’epiteto di specie è composto dalle parole “mónos” e “gyné”, cioè “uno solo” e “femmina”, in riferimento al singolo stilo e ovulo dei fiori.

Il biancospino è presente su tutto il territorio italiano, in cespuglieti e boschi fino a 1.500 m di quota.

Si tratta di una pianta officinale e commestibile dai molti usi, conosciuta fin dall’antichità.

Presso siti risalenti al Neolitico si sono rinvenuti semi di biancospino, il che fa presumere fossero utilizzati come alimento.

Nell’antica Grecia e Roma era una pianta fortemente simbolica, legata agli ideali di speranza, matrimonio e fertilità: le damigelle delle spose Greche si ornavano di boccioli di biancospino e le spose ne tenevano in mano un ramoscello, mentre i Romani deponevano le foglie nelle culle dei bambini per allontanare gli spiriti maligni.

In Europa durante il Medioevo i frutti erano usati per produrre vino.

Per la sua bellezza in periodo di fioritura ed essendo una pianta robusta, adattabile a qualsiasi tipo di terreno, alcune specie e sottospecie sono impiegate come piante ornamentali.