Ischnura elegans – status IUCN: LC
Ordine: Odonata
Famiglia: Coenagrionidae
Descrizione: entrambi i sessi sono è caratterizzati da addome dorsalmente nero tranne l’8° segmento che nei maschi è azzurro, mentre nelle femmine bruno chiaro. I maschi sono azzurri mentre le femmine possono avere tre forme cromatiche: la forma A, che a maturità è simile ai maschi ma da immatura il torace è lillà, la forma B, da immatura identica alla forma A e da adulta è verdastra o brunastra, e la forma C, da immatura con torace rosato e a maturità simile alla forma B, ma le zampe non sono nere.
L’apertura alare è di 2,6 – 4,2 cm, la lunghezza di 3,0 – 3,4 cm.
Ecologia: nella zona delle Torbiere è molto comune e presente praticamente ovunque. Qui comincia a schiudere in maggio o tal volta anche all’inizio di aprile, se la stagione è particolarmente mite. È possibile trovarla ancora in attività fino a settembre o anche a ottobre, sempre in relazione all’andamento climatico. Presenta due generazioni annuali, con popolazioni primaverili generalmente di taglia più robusta di quelle estivo – autunnali.
È comunissima in pianura, dove talvolta è addirittura infestante, ma è presente anche fin quasi a 2.000 m. Frequenta indifferentemente acque stagnanti o correnti, per quanto tenda ad essere più numerosa presso le prime, e si adatta anche alle acque salmastre.
Gli adulti vivono tra la vegetazione che fiancheggia gli specchi d’acqua, tra i canneti, sui prati acquitrinosi o nelle risaie. Il volo è incerto e lento. Non essendo una specie territoriale è possibile trovarla in grandi gruppi.
Le uova sono deposte nei tessuti di piante acquatiche, vive o in decomposizione, e schiudono in 2 – 4 settimane. Le larve vivono aggrappate alle piante o sul fondo, dove possono ibernarsi. Lo sviluppo comprende 11 stadi e richiede da poche settimane fino a due anni, in base alle condizioni termiche.
Distribuzione: questa specie è presente in quasi tutta l’Europa e l’Asia settentrionale, con varie sottospecie. Manca nella penisola Iberica, sostituita da I. graellesi, e nelle isole Tirreniche, sostituita dall’affine I. genei.
In Italia è diffusa in tutte le regioni continentali e peninsulari, oltre che nell’isola d’Elba ed al Giglio.