stemmi

Falasco

Falasco

Cladium mariscus – Specie protetta (Direttiva Habitat)

 

Classe: LiliopsidaImmagine

Ordine: Poales

Famiglia: Cyperaceae

 

Descrizione: il falasco è una geofita rizomatosa, cioè una pianta munita di un fusto sotterraneo, il rizoma, dal quale si sviluppano ogni anno gli organi perennanti (radici e fusti).

I fusti sono alti fino 2 m, fogliosi, a sezione cilindrica in basso (1 – 3 cm di diametro) che diventa triangolare verso la cima.

Le foglie sono larghe 0,7 – 1,3 cm di colore verde – grigiastro, con lamina carenata, guaina a nervature reticolate e margini taglienti.

L’infiorescenza è composta da spighette giallo – brune lunghe circa 3 mm, riunite in glomeruli a loro volta riuniti in antele (infiorescenze ombrelliformi): le antele sono composte da 4 – 10 glomeruli, i glomeruli sono composti da 2 – 6 fiori, di cui il superiore in genere è quello maschile. La fioritura avviene tra maggio e luglio. Il frutto è un achenio, ovvero un frutto a guscio coriaceo con parete poco aderente al seme (es. nocciolo), di colore bruno lucido.

 

Ecologia e curiosità: il nome scientifico deriva dal Greco “klàdion”, ovvero “ramoscello”, mentre l’epiteto “mariscus” è il nome Latino di un giunco di Plinio.

In Riserva è presente soprattutto sugli argini interni e sulle briglie ed è osservabile lungo il percorso che conduce alla torretta per birdwatching. È una specie molto importante perché protetta dalla direttiva habitat: infatti qualsiasi ambiente in cui sia presente il falasco può essere ascritto all’habitat comunitario 7210 “Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae”. Il falasco si è affermato come vegetazione secondaria dopo gli scavi effettuati per l’estrazione della torba.

L’habitat di questa pianta sono i prati umidi e le torbiere neutro – basiche, a volte su suoli subsalsi, fino a 800 m di quota. In Italia è una specie subcosmopolita segnalata in tutte le Regioni. È in regressione a causa delle bonifiche delle zone paludose, soprattutto in Italia meridionale.

In passato era usata in alcune regioni del nord Europa come copertura per tetti o come lettiera per animali. I contadini usavano le foglie per impagliare sedie, fiaschi e costruire stuoie.