Robinia pseudoacacia – Lista nera specie vegetali alloctone invasive (L.R. 10/2008)
Ordine: Fabales
Famiglia: Fabaceae
Descrizione: può presentarsi sia come arbusto che come albero alto fino 25 m, gli esemplari giovani presentano corteccia grigia e liscia, mentre quelli maturi bruna con marcate fessurazioni. Le foglie sono composte e imparipennate, simili a quelle del falso indaco (Amorpha fruticosa), con foglioline obovate a margine liscio e di colore verde chiaro; le stipole sono metamorfosate in robuste spine. Fiorisce tra maggio e giugno con grandi racemi portanti fiori di colore bianco, il cui nettare è molto apprezzato dagli insetti: dai fiori di questa pianta si ottiene il miele di acacia. I frutti sono legumi compressi di consistenza coriacea, al cui interno si trovano dei “fagioli” bruni molto duri.
Ecologia e contenimento: prospera nelle zone ripariali dove non ci sono altri alberi, non è una specie boschiva e soffre la competizione con altre specie arboree.
È un albero originario del Nord America orientale, introdotto in Europa da Jean Robin (1550-1629), il giardiniere dei re di Francia cui è dedicato il Genere, nel 1601 e coltivato nell’Orto Botanico di Padova dal 1662. Nei secoli successivi si è diffuso in tutta l’area mediterranea, favorita dalla facilità di propagazione e dall’ampio utilizzo in ambito agricolo e forestale. In Lombardia è naturalizzata dal 1885 circa.
La robinia forma fitte boscaglie spinose, da cui il nome comune inglese “black locust”, all’interno delle quali la biodiversità viene abbattuta in quanto, come tutte le Fabaceae (ex. Leguminoseae), arricchisce il terreno di azoto favorendo la comparsa di specie nitrofile a scapito di quelle proprie del sottobosco. Sui versanti tende a diminuirne la stabilità, a causa dell’apparato radicale poco approfondito.
La ceduazione, pratica molto comune in Italia, ha effetti negativi poiché stimola la pianta a ricacciare numerosi polloni dalle altrettante gemme dormienti. Gli unici interventi di eradicazione funzionanti sono la cercinatura (rimozione di un anello di corteccia e cambio) e il rinnovamento dell’area a bosco.