Equisetum palustre
Ordine: Equisetales
Famiglia: Equisetaceae
Descrizione: è una geofita rizomatosa, ovvero una pianta dotata di un fusto sotterraneo, il rizoma, portante le gemme da cui ogni anno si originano i fusti perennanti e le radici.
Presenta fusti con 6 – 12 costolature, alti 20 – 70 cm, con una cavità centrale larga un sesto del diametro totale e contornata da 6 – 12 cavità più piccole. All’esterno presentano le caratteristiche guaine brunastre con 6 – 10 denti marginati di bianco.
La classe Equisetopsida è molto antica e si riproduce non mediante seme ma attraverso spore: tra maggio e agosto produce dei fusti portanti le spighe sporifere, di forma cilindrica e peduncolate.
Ecologia e curiosità: Il nome del Genere deriva dal Latino “équus”, “cavallo”, e “sétum”, “seta”, ovvero “coda di cavallo”, mentre l’epiteto “palustre” fa riferimento all’habitat di questa pianta.
Si tratta infatti di una specie che cresce in prati torbosi e paludi acide, dal livello del mare fino 2.500 m di quota.
In Riserva è molto comune e frequente sui bordi delle briglie e nelle aree soggette ad inondamento.
L’equiseto ha vasta distribuzione circumboreale, è presente in tutte le regioni d’Italia eccetto la Sardegna.
I fusti sono fortemente silicizzati, ovvero che sulla superficie presentano notevoli quantità di silice in forma di rugosità, rendendoli scabri e duri: in passato erano infatti usati per pulire e levigare legni duri e lucidare metalli.