LE SPECIE ALLOCTONE
Le specie alloctone, o aliene, in accezione biologica sono delle specie animali o vegetali introdotte dall’uomo al di fuori del loro habitat originario, dove spesso riescono ad adattarsi e riprodursi a danno delle specie autoctone (native). Le specie aliene invasive rappresentano una delle principali minacce per la biodiversità e per gli ecosistemi poiché alterano gli habitat, mettono in atto comportamenti di predazione e competizione, trasmettono malattie, fino a sostituirsi alle specie autoctone e producendo inoltre notevoli effetti negativi sulla salute umana e sull’economia.
Alle Torbiere del Sebino sono presenti tre principali specie alloctone:
1-Il siluro (Silurus glanis) è un pesce d’acqua dolce europeo presente nella Riserva, ma originario dell’Europa orientale, in particolare del bacino del Danubio. Il suo habitat ideale è costituito da grandi fiumi, ma anche paludi, stagni, laghi, bracci morti e canali di bonifica. Questo pesce che non è tanto pericoloso per l’uomo, fa razzia di tutto ciò che trova sul fondale, divorando letteralmente tutte le specie esistenti e mettendo a rischio di estinzione gli altri pesci minori, nel nostro caso, tinche e lucci.
2-Il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) è stato introdotto illegalmente nelle Torbiere per la prelibatezza delle sue carni. Ha una notevole capacità di adattarsi a svariati tipi di habitat acquatici che colonizza e in cui si espande in poco tempo, è onnivoro e molto vorace: la sua diffusione provoca uno scarseggiare dell’alimentazione per la specie autoctona, in questo caso il gambero grigio, ma anche per le altre specie dell’habitat in quanto mangia uova di pesci, di anfibi, di insetti acquatici e le specie vegetali presenti come le alghe, rischiando di annullare la biodiversità.
3-La tartaruga americana dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans) è originaria del centro e del sud degli Stati Uniti, ma è stata introdotta anche nel resto del continente americano, in Europa, Asia e Australia. Predilige habitat come laghi, stagni e fiumi dal corso d’acqua lento e fangoso con abbondanza di piante acquatiche. Questa specie è stata inserita nell’elenco delle cento specie alloctone invasive più dannose al mondo poiché è una terribile predatrice di anfibi, pesci e uccelli acquatici fino a causarne quasi l’estinzione. In più è anche la causa della diminuzione degli esemplari dell’autoctona testuggine palustre europea che non trova più cibo e luoghi per deporre le uova a causa della presenza di quella alloctona.
METODO DI GESTIONE
A partire dal momento in cui una specie alloctona invasiva è introdotta, è fondamentale disporre di misure di rilevamento precoce e di eradicazione rapida per impedirne l’insediamento e la diffusione. Nel “Programma Regionale per gli Interventi di Conservazione e Gestione della Fauna Selvatica nelle Aree Protette e del Protocollo di Attività per gli Interventi di Reintroduzione di Specie Faunistiche nelle Aree Protette della regione Lombardia” (Fornasari e Villa, 2001) sono state definite strategie d’intervento per tutte le specie naturali alloctone naturalizzate presenti sul territorio regionale. Per ciascuna specie sono state definite tre possibili strategie gestionali: monitoraggio, contenimento, eradicazione. L’attività di monitoraggio dovrebbe essere applicata a tutte le specie introdotte in quanto rappresenta un’attività irrinunciabile per una corretta gestione di tutte le popolazioni di specie alloctone in particolare quindi per le specie che possono creare danni all’ecosistema. Il contenimento consiste nell’accurata programmazione di prelievi sulle popolazioni per le quali sia stata accertata, a seguito di specifici monitoraggi l’assenza di effetti negativi sulle specie autoctone. Qualora invece fosse accertata la presenza di competizione o di interazioni negative con le specie originarie può essere presa in considerazione un’eventuale operazione di eradicazione localizzata. In ogni caso è necessario scoraggiare in ogni modo qualsiasi ulteriore introduzione delle specie, azioni del resto vietate esplicitamente dalla LR 10/2008.